Nei film, la versione di casa smart più evoluta, l’abbiamo vista diverse volte: basta presentarsi davanti alla porta e tutto ha inizio. Si accendono le luci, una musica accogliente si diffonde, e una voce soave chiede di cosa hai bisogno.
Le applicazioni preferite per le case smart
Premesso che smart va bene, ma a tutto c’è un limite e la musica la voglio scegliere da sola, dobbiamo ammettere che il settore sta facendo passi da gigante, tanto che negli Stati Uniti (si sa che loro sono sempre più avanti) hanno già presentato i dispositivi smart home speaker e ne sono già stati venduti 35 milioni!
In Europa, ai primi posti per la versione smart della casa troviamo la Germania (anche questi vogliono essere sempre i primi) con 1,5 miliardi di euro impegnati in questo settore e la Gran Bretagna (che va sempre a ruota degli Stati Uniti come un battello di salvataggio) con 1,4 miliardi. In Italia, che in fin dei conti siamo dei tradizionalisti e le cose ci piace farle da soli, il mercato smart home impegna “solo” 250 milioni di euro, ma sta segnando crescite del 35%.
I sistemi preferiti
In questo settore, secondo i ricercatori della School of management del Politecnico di Milano, gli italiani preferiscono le applicazioni legate alla sicurezza, al riscaldamento e agli elettrodomestici. Un esempio è la app che gestisce l’apertura o la chiusura delle tapparelle motorizzate. Ovviamente se non sono motorizzate non potete utilizzare l’app, quindi chiedete informazioni a tapparellista Milano per l’installazione.
Per chiarire meglio la posizione degli italiani rispetto al settore, basta leggere le parole di Giulio Salvadori, direttore dell’Osservatorio Internet of things: “Le motivazioni di acquisto dei consumatori sono riconducibili principalmente a pochi bisogni: la possibilità di avere la propria abitazione sotto controllo, la maggiore comodità nello svolgere attività ricorrenti e il risparmio energetico”. Angela Tumino, collega di Salvadori rincara la dose, dichiarando: “Nonostante la forte crescita, sono ancora numerose le barriere su cui le aziende devono concentrare gli sforzi. In particolare le difficoltà nell’installazione dei prodotti, la carenza di servizi che effettivamente consentano di creare valore e la scarsa riconoscibilità di molti brand che oggi presidiano il mercato. Privacy, cyber security e i nuovi algoritmi di intelligenza artificiale sono aspetti cruciali per lo sviluppo di soluzioni affidabili e attrattive sul mercato, puntando alla corretta gestione e valorizzazione dei dati che nel futuro saranno sempre più frequentemente messi a disposizione dagli oggetti connessi nelle nostre case”.