Questo ulteriore divieto si concretizza nel Comune di Lainate (Milano): evidentemente, non bastano più quelli in essere e non basteranno neppure quelli che saranno contenuti nel decreto attuativo dell’accordo sulla riforma del gioco: non sarà più sufficiente limitare le slot per un massimo di otto ore giornaliere di accensione, imponendo questo per evitare le fasce orarie in cui gli studenti si recono ed escono da scuola… ma sarà anche vietato l’accesso ai siti di gioco online agli utenti del wi-fi comunale e da ogni terminale dell’Ente.
Insomma, non c’è pace per il gioco ed, in attesa di conoscere quali saranno effettivamente le restrizioni ufficiali “uscenti dall’accordo sul riordino”, bisognerà attendersi ogni giorno -e da ogni parte della Penisola italica- qualsiasi “nuova idea di negazione” per chi avesse la disgraziata idea di accostarsi al gioco!
Quelle che sono state elencate sono solo alcune delle principali misure “restrittive” che sono contenute in una mozione che verrà presentata nel Consiglio Comunale di Lainate che sarà “completata” da altri adempimenti che, secondo questo futuribile provvedimento, dovranno esservi inclusi: verifica che i gestori di casino online italiani e delle sale da gioco, ospitanti le apparecchiature da intrattenimento, partecipino con profitto ai corsi di formazione ed aggiornamento obbligatori, finalizzati alla prevenzione dei rischi connessi all’abuso del gioco e che conoscano pienamente le norme emesse in questa materia. Rendere maggiormente a conoscenza degli addetti ai lavori la diffusione dell’informazione relativa a questi corsi poiché, sembra, che taluni ancora non ne siano consapevoli (o non lo vogliano essere); inserire nel Piano per il Diritto allo Studio l’azione di sostegno alle scuole per aderire alle campagne di sensibilizzazione delle associazioni, rivolte agli alunni delle scuole primarie e secondarie ed ai cittadini sui rischi derivanti dal gioco d’azzardo.
Ovviamente, la mozione comprende una politica di sgravio fiscale -e forme premianti per gli esercenti che si impegnino a non installare apparecchiature da intrattenimento nei propri locali- e questi sgravi sono già stati applicati in tantissimi Comuni e stanno diventando veramente una sorta “di premio” da contrapporre alla legalità di coloro che invece hanno investito nel business del gioco, sono autorizzati dallo Stato, ne pagano le concessioni ed in questo “lavoro” credono. Ulteriore segnalazione di questi “esercizi così socialmente impegnati” con il loro “no slot” da apporre sulle vetrine in modo da differenziarsi dagli altri “brutti esercizi” che invece ospitano il gioco!
É chiaro che tutto questo prevede la stesura e l’adozione di un regolamento comunale che includa norme più restrittive per l’apertura di future attività commerciali ludiche ed attivare, di conseguenza, tramite la Polizia Locale una campagna di censimento e di controllo di queste apparecchiature (lecite) di gioco su tutto il territorio e, dulcis in fundo, rimuovere ogni slot machine dai luoghi pubblici di proprietà del Comune convenzionato con soggetti terzi.
Nulla da aggiungere a tutto questo: ormai è un “mantra” che si sperava non doversi più sentire con l’avvento del riordino. Ma evidentemente le città ed i relativi Comuni non vogliono aspettare ed intanto mettono in atto altri ed ulteriori regolamenti: non ha importanza se poi dovranno essere variati in ottemperanza del futuro decreto attuativo che arriverà in ottobre. L’importante è schierarsi ancora una volta contro il gioco e il Comune e la città di Lainate lo faranno.