Duomo e Dintorni

Punto di partenza obbligato per chi voglia, viaggiando, conoscere la storia e l’arte di Milano è il Duomo. La Piazza sulla quale si affaccia costituisce il grande polo attrattivo della città, sia per gli appuntamenti pubblici, sia per la presenza di moderni esercizi commerciali nell’ambito della ristorazione, dell’abbigliamento e della discografia. Sul lato nord della cattedrale si apre imperiosa la Galleria Vittorio Emanuele II, a cui si contrappone, frontalmente, l’Arengario. Adiacente, la piccola Piazzetta Reale, dall’omonimo Palazzo, chiude a sud l’enorme slargo. Il Duomo riassume in sé la storia artistica e religiosa (centro della diocesi ambrosiana) di Milano. La facciata dà già l’idea di quale elaborato percorso sia sotteso a questa costruzione, se è vero che i primi progetti risalgono al ‘500, ma che la realizzazione definitiva è avvenuta solo sotto Napoleone. Dei cinque seicenteschi portali, a cui corrispondono le cinque navate interne, quello centrale ha lesene di soggetti vegetali ed animali. Degna di nota, invece, tra le porte di bronzo, l’ultima a destra che reca scolpita la storia di Milano. La complessa stratificazione di periodi e stili che giustificano per questa struttura l’espressione “longh come la fabbrica del Domm” (l’inizio risale alla fine del ‘300 sotto Gian Galeazzo) è avvertibile raffrontando le finestre a timpano della facciata del ‘600 con i tre finestroni ottocenteschi, di fattura neogotica. Alcuni numeri daranno conto della monumentalità dell’opera. Oltre ad essere per estensione la terza chiesa cattolica nel mondo, infatti, il Duomo può vantare circa 3400 statue che vivacizzano la sua mole con il vertice d’altezza a 108 metri raggiunto dalla celebre “Madonnina”, che svetta sul tiburio a simbolo della città. A tanta abbondanza vanno aggiunte le 135 guglie, i giganti dei doccioni ed i numerosissimi altorilievi. L’edificio risale al tardogotico ed il marmo utilizzato ha le caratteristiche venature grigio-rosa tipiche delle cave di Candoglia. All’interno la struttura a croce latina si suddivide in cinque navate. Al centro del transetto sinistro (dietro, un ascensore porta ai terrazzi del tetto con archi e pinnacoli) il candelabro Trivulzio, alto 5 metri, appartiene al 1100. Le vetrate, le più alte del mondo, mostrano icone della vita dei Santi e della Bibbia. Sotto l’elevato presbiterio, in un’urna della cripta riposa S.Carlo Borromeo.
Accanto alla cattedrale sorge lo storico Palazzo Reale (uscendo, sulla sinistra) sede del potere civile fin dai tempi dei governatori spagnoli nel ‘500 e nel ‘600. L’attuale costruzione neoclassica è opera del Piermarini, in epoca asburgica (1772-1778). Al piano superiore il Civico Museo d’Arte Contemporanea. Nell’ala sinistra di Palazzo Reale il Museo del Duomo consente poi di ammirare tutti quelli oggetti che, dalla loro sede originaria nella cattedrale, visto il loro valore, sono stati trasferiti in luogo più sicuro.
Attraversando la Galleria Vittorio Emanuele II (dall’altra parte della piazza del Duomo), il “salotto” di Milano con impianto a crociera in ferro-vetro risalente agli anni dell’unificazione italiana, si accede alla piazza dove sorge uno dei templi musicali più celebri nel mondo: il Teatro alla Scala. Struttura neoclassica progettata dal Piermarini e costruita tra il 1776 e il 1778, tutta la sfarzosità dell’edificio è nella sala interna con quattro ordini di palchi, due gallerie, un palcoscenico che supera per estensione la stessa platea e una resa sonora straordinaria. Considerevoli anche lo splendido lampadario centrale ed il foyer d’entrata, ricco di specchi e stucchi. Numerose le “prime” storiche di Rossini, Verdi, Donizetti, Puccini, ricordate dal Museo alla Scala, nella stessa costruzione.
L’altro importante edificio sulla piazza è Palazzo Marino, sede comunale del secondo ‘500. La parte che aggetta verso la Scala è opera tarda di Luca Beltrami, mentre la fronte originaria, di Galeazzo Alessi, è rivolta sulla piazza S. Fedele. La chiesa omonima è del periodo controriformista come il palazzo vicino e di commissione gesuitica (navata unica e cappelle laterali).
Procedendo per via Case Rotte, si passa accanto alla Casa degli Omenoni (8 gigantesche cariatidi in facciata), abitazione del secondo ‘500 dello scultore Leone Leoni, dove operò anche il Vasari. Sbucando in via Morone, con un salto di duecento anni, si giunge al Palazzo Belgioioso, altra costruzione neoclassica del Piermarini. A pochi metri il Museo manzoniano, un tempo abitazione dello scrittore.
Se si attraversa piazza Meda e il successivo corso Matteotti si raggiunge piazza S. Babila. La chiesa da cui prende nome risale al 1000, ma i continui rifacimenti l’hanno resa molto diversa dalla sua forma originaria. Percorrendo, in direzione del Duomo, il Corso Vittorio Emanuele, tra portici e gallerie laterali, e, svoltando in via Pattari, ci si trova in Piazza Fontana, drammaticamente nota per l’atto terroristico del 12 dicembre 1969: la bomba esplosa nella Banca dell’Agricoltura. Sulla piazza si affaccia l’Arcivescovado, sede della curia milanese. La collezione interna di tele rinascimentali e del ‘600 – la quadreria – è una delle più ricche di Milano. Non lontano, oltre piazza S. Stefano, imboccata via Festa del Perdono, si arriva alla “Ca’ Granda”, ex Ospedale Maggiore, dal 1958 università statale. Il progetto data intorno al 1450 – architetto il Filerete su commissione di Francesco Sforza – ma un susseguirsi di ricostruzioni fino all’Ottocento hanno notevolmente modificato la prima idea. La prima fronte d’ala che s’incontra è d’epoca neoclassica, il cortile centrale è opera seicentesca, mentre l’ala seguente del ‘400. Sul corso di Porta Romana è rivolta la chiesa di S. Nazaro Maggiore, storica perché fondata addirittura dal vescovo Ambrogio. L’adiacente cappella Trivulzio del primo ‘500 è fattura di Bartolomeo Bramantino con affreschi del Crespi e del Procaccino e una tela di Bernardino Luini.
Poco distante svetta la Torre Velasca, grattacielo di 27 piani eretto nella metà degli anni cinquanta con la struttura superiore aggettante e l’utilizzo di calcestruzzo armato ordinario: opera avanguardistica del design milanese. Tornando verso il centro, si approda in piazza Missori, dedicata al celebre generale garibaldino, il cui monumento lo ricorda. Per giungere alla seicentesca e barnabitica chiesa di Sant’Alessandro basta prendere una via a destra e ci si ritroverà sulla piazzetta omonima. Costituita a croce greca, è integrata da un’altra croce greca, innestata su quella principale. Vi mise mano a metà Seicento anche il Ricchino, mentre la facciata, più recente, è del 1710. Opere di Camillo Procaccini e di Daniele Crespi al suo interno.
Da piazza Missori, prendendo per via Unione e poi via Torino, si arriva alla chiesa di Santa Maria presso S. Satiro, capolavoro rinascimentale a tre navate del Bramante. Il trompe-l’oeil del finto presbiterio è stato ideato dalla stesso Bramante perché la progettata croce greca della pianta potesse realizzarsi con questo gioco prospettico, malgrado il poco spazio a disposizione per il braccio longitudinale. Con il transetto sinistro comunica la cappella di Ansperto (a croce greca), nucleo originario del IX secolo. Dal transetto destro, invece, si accede al battistero, altra opera bramantesca. Attraversando via Falcone (sul retrostante lato della chiesa) e imboccando via Mazzini, si ha la possibilità di vedere, in distanza, la cappella di Ansperto con tiburio ed antichissimo campanile. Si torna, infine, al Duomo.